"Dalla via Emilia al West...Prof.F.Guccini" idee di viaggio nel nostro territorio e non solo

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castelli...borghi antichi...verdi colline e tutto il patrimonio culturale e turistico Emiliano-Romagnolo

Il delta del Po

 Il delta del Po rappresenta una delle zone umide più importanti d’Europa, la più vasta d’Italia che accoglie elementi di biodiversità che lo rendono un paradiso per naturalisti, biologi, turisti e birdwatchers. Nel 1999 la parte nord del territorio è stata inserita nel sito Unesco come Patrimonio dell'Umanità "Ferrara, città del Rinascimento e il suo Delta del Po". La straordinaria presenza di uccelli, con oltre 300 specie fra nidificanti, svernanti o di passo insieme ad alcuni mammiferi, come il “cervo delle dune” del Bosco della Mesola, costituisce un patrimonio di fauna di elevato valore. Così come tutti gli elementi “verdi” del Parco, come boschi planiziali o igrofili, pinete e dune rappresentano il patrimonio della flora del delta del Po. Il Parco racchiude al suo interno straordinarie testimonianze ambientali, artistiche, naturalistiche di quello che c’ è intorno al Delta del Po. Un Delta storico ma anche l’attivissimo Delta di oggi.

 Il nostro viaggio ideale inizia con la visita a Comacchio, la leggenda dice che sia nato su 13 isolotti come la piu' grande e celebre Venezia di cui ha preso il nome di piccola Venezia del Ferrarese, nei secoli la morfologia del territorio è variata notevolmente al seguito dell'avanzare del delta del Po e delle sue innondazioni.  Le valli di Comacchio hanno sempre rappresentato la risorsa principale dell'economia locale e la loro gestione fu sempre al centro delle vicende storiche. Quando nel 1797 Napoleone si impadronì del paese e delle valli, i cittadini si ribellarono, guidati da Antonio Buonafede e Guido Manfrini, finchè ottennero la firma del Rogito Giletti (12 luglio 1797), con il quale la repubblica Francese vendeva alla cittadinanza tutte le valli. Ancora oggi il Rogito è l'unico documento che sancisce la proprietà del Comune sulle valli. La gestione era difficoltosa: fenomeni di salsedine e morie di pesci costrinsero il comune a rivolgersi alla Camera Apostolica, la quale, nel 1853 la affida al Ministero delle Finanze. Non si può non citare a questo punto la vicenda di Garibaldi, che nel 1849 sbarcò a Magnavacca, chiamato poi Portogaribaldi, con la moglie in fin di vita. I comacchiesi diedero loro rifugio (al Lido delle Nazioni c'è ancora il Capanno di Garibaldi), finché Anita morì in località Mandriole.

 

per informazioni sulla visita a questa bella e suggestiva cittadina vi invitiamo a consultare le guide del comune storia monumenti 

 ufficio turistico:I.A.T. di Comacchio Via Agatopisto, 2 - 44022 Comacchio (Fe) Tel. 0533 314154 - Fax. 0533 319278 E-mail: comacchio.iat@comune.comacchio.fe.it

il viaggio prosegue verso Pomposa,

 

lasciato Comacchio proseguendo sulla via Romea dopo pochi chilometri si arriva all'abbazia di Pomposa,

I primi monaci, giunsero a Pomposa dalla ex capitale dell'impero romano d'occidente, appena riconquistata dai bizantini, per evangelizzare un territorio sconvolto dal crollo dell'impero e dalle guerre e costruirono una piccola chiesetta evidenziata a suo tempo dai rilievi archeologici nell'absidina di sinistra della chiesa attuale. L'insediamento primitivo fu contemporaneo o appena successivo a quello, meno fortunato, di Santa Maria in Pado Vetere in valle Pega, posto appena ad sud-est dell'agonizzante, se non già completamente scomparso, villaggio di Spina. Quell'insediamento monastico in Pega non ebbe purtroppo sviluppo alcuno, nonostante che, per opera di Ravenna, nascesse nel corso del VII e VIII secolo la piazzaforte bizantina di Comacchio.

La chiesa è simbolicamente orientata a est-ovest, a sud di essa si trova il chiostro (perno della vita monastica) sul quale si affacciano i locali orientati a seconda delle necessità funzionali, della rappresentatività e dell'utilità climatica. Un edificio adiacente alla chiesa ospita il capitolo dei frati e il dormitorio (al piano superiore). Più a sud un edificio si compone del refettorio e la cucina.
Questo è il nucleo fondamentale che si ripresenta in tutti i conventi benedettini, ai quali poi potevano essere aggiunti più chiostri e ambienti per svolgere altre funzioni. Da esempio, nel caso della realtà pomposiana, fu costruito un edificio nel quale venivano svolte le attività amministrative legate alla gestione dei territori limitrofi.

sito ufficiale della Basilica http://abbaziadipomposa.altervista.org/

Il viaggio prosegue verso il delta, una sosta a Mesola per visitare l'antico borgo e il castello Estense (non sempre aperto consultare il sito del comune ) poi di nuovo sulla Romea dove pochi chilometri dopo costeggiando il Po di Goro ci si inolta nel delta, per la notte consigliamo la sosta a Gorino, senza elettricità ma con carico e scarico, nei dintorni tutto quello che serve (ristoranti, pizzerie, supermercato e farmacia)

Da Gorino attraversando il ponte di barche sul Po di Goro (dopo il ponte prendere a destra la via Gorino) ci si innoltra ancora di piu' nel delta, alla scoperta di una natura selvaggia bellissima, di allevamenti di vongole spingendoci fino alla punta estrema e poi puntare verso la spiaggia sabbiosa della Sacca di Scardovari (Parcheggio Spiaggia Barricata - Bonelli di Porto Tolle (nessuna controndicazione per la sosta camper, almeno al momento della nostra sosta e nessun cartello di divieto dalle immagini di google maps 3d)dopo aver attraversato un altro ponte di barche, quello del Po di Gnocca, informazioni e guide sulla visita al delta qui  .

 

il nostro percorso

 ponte di barche sul po

 ponte di barche sul delta

       

una visita agli allevamenti di vongole (slurp...) e relativo acquisto a buon prezzo ci sta   

     

testi: Galassiacamper, comuni e proloco citate, foto del delta del Po Galassiacamper, foto aeree Google Maps

 

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